Ogni anno, il 5 giugno, celebriamo la Giornata Mondiale dell’Ambiente per sensibilizzare l’opinione pubblica per quanto riguarda i problemi legati alla sostenibilità del nostro pianeta.
In questa occasione è fondamentale riflettere sul ruolo dell’industria della moda e sulla necessità di un cambiamento radicale per ridurre l’impatto ambientale di questo settore. La moda deve infatti abbracciare la sostenibilità in tutte le sue fasi, dalla produzione alla distribuzione, al fine di garantire un futuro migliore per il nostro pianeta.
L’industria della moda è una tra le più inquinanti al mondo. Dalle coltivazioni di cotone ai processi di tintura, dalla produzione di tessuti alla gestione dei rifiuti, ogni fase del ciclo di vita dei vestiti contribuisce all’emissione di gas serra e all’accumulo di rifiuti tossici. È indispensabile affrontare questa realtà e trovare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale.
Il primo punto da affrontare è parlare di materiali sostenibili e responsabili. L’utilizzo di materiali ecologici e organici come il cotone biologico o il lino permette di ridurre l’impiego di pesticidi e preserva la salute dei lavoratori agricoli. Inoltre, il ricorso a fibre riciclate o innovative, come il poliestere ricavato da bottiglie di plastica, può ridurre la dipendenza dalle risorse naturali e l’accumulo di rifiuti.
Il secondo punto è la produzione etica ed equa. E’ fondamentale che la moda sostenibile garantisca condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori e rispetti i diritti umani lungo tutta la catena di produzione. Ciò implica una maggiore trasparenza, il rispetto dei salari minimi e l’eliminazione del lavoro minorile.
Un altro punto è quello della riduzione dello spreco e del consumo eccessivo. La moda veloce ha contribuito a uno spreco esorbitante di vestiti e a un consumo eccessivo. È necessario promuovere un cambio di mentalità verso un approccio più sostenibile, che privilegi la qualità rispetto alla quantità per mezzo di di pratiche come il riutilizzo, la rigenerazione e il noleggio di abiti.
Anche l’innovazione attraverso l’utilizzo di tecnologie sostenibili può apportare importanti cambiamenti all’industria della moda, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo la sostenibilità. Alcuni esempi di queste tecnologie sono i seguenti:
- Tessuti eco-friendly o provenienti da rigenerazione di scarti: esistono tecniche di produzione che utilizzano materiali riciclati (bottiglie di plastica, filati da scarti di cotone o lana) oppure materiali derivati da scarti agricoli;
- Stampa 3D: la tecnologia di stampa 3D può rivoluzionare il settore della moda consentendo la produzione su misura e la riduzione dello spreco di materiali. Con questa tecnologia è possibile creare capi di abbigliamento direttamente a partire dai dati digitali, eliminando la necessità di produzioni su larga scala e consentendo la personalizzazione dei capi in base alle esigenze dei consumatori;
- Produzione automatizzata: l’uso di macchine intelligenti e robotizzate può ottimizzare l’utilizzo di materiali, ridurre gli errori di produzione e limitare il consumo energetico e riuscire a produrre “vicino al consumatore” (limitando quindi la logistica della merce). Ciò porta ad una produzione più efficiente e ad una riduzione dello spreco di risorse;
- Tracciabilità e trasparenza: le tecnologie come la blockchain possono garantire la tracciabilità dei prodotti lungo l’intera catena di approvvigionamento, consentendo ai consumatori di conoscere l’origine dei materiali e le condizioni di produzione. Ciò incoraggia la trasparenza e l’etica nella moda, favorendo l’adozione di pratiche sostenibili;
- Realtà virtuale e aumentata: l’uso di una migliore esperienza d’acquisto può diminuire la necessità di trasporti fisici.
Le sfide della moda necessitano di una visione innovativa e non stereotipata del rapporto e della connessione fra moda e natura senza ricadere in modelli integralisti ma neanche evitando di incorporare nel modo di lavorare le sfide che la sostenibilità ci pone.
Foto di copertina tratta da ‘Ghana‘ – secondo episodio della docu-serie ‘Junk‘ co-prodotta da Will Media e Sky Italia.